FINESTRE A TRIPLO O DOPPIO VETRO?
La tecnologia del triplo vetro negli infissi è da anni collaudata ed è la logica conseguenza dell'evoluzione del doppio vetro: ma non è detto che la posa di vetri tripli sia sempre e comunque la scelta ottimale e non solo per ragioni economiche. Le due tecnologie puntano alla riduzione delle dispersioni attraverso l'incremento dell'effetto serra all'interno dell'abitazione: parte dei raggi infrarossi vengono infatti riflessi da vetri e pellicole basso emissive all'interno dell'ambiente impedendone l'uscita e garantendo un risparmio energetico. Questo processo è indubbiamente incrementato dai tripli vetri rispetto ai doppi. Le finestre hanno però un altro compito fondamentale, quello di permettere ai raggi solari di entrare all'interno dell'edificio fornendo degli apporti termici completamente gratuiti. Questa funzione è limitata dal triplo vetro. Non solo, anche i raggi luminosi vengono in parte riflessi e non riescono ad entrare all'interno, in questo modo si puó cadere nel controsenso di avere case iper-isolate, ma con le luci interne sovente accese poichè particolarmente buie. Come comportarsi allora? Buona norma è affidarsi ad un consulte energetico al fine di valutare in modo accurato le specifiche tecniche di infissi e componenti vetrate ed eventualmente richiedere uno studio sulla luce naturale all'interno dell'ambiente. Una regola spicciola è quella di installare tripli vetri a nord, dove non si hanno raggi solari diretti e vetri doppi sui fronti orientati a sud (a patto che siano ben esposti e allo stesso tempo opportunamente ombreggiati (balconi, frangisole...) nella stagione estiva). I fronti est ed ovest vanno invece valutati di volta in volta, in funzione delle destinazioni d'uso interne e degli ombreggiamenti presenti all'esterno (alberi, edifici, montagne..)
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BIOEDILIZIA ARCHITETTURA SOSTENIBILE: BASTA SLOGAN
Una ecocasa fatta in bioediliza con materiali naturali. Lo so che il marketing, ha le sue regole e che certe frasi ad effetto funzionano...ma un annuncio di questo tipo quali informazioni da realmente?
Alla domanda " Che cosa significa Bio?" La risposta che va per la maggiore è "Che è naturale!" Sul pianete Terra, a ben vedere, tutto è naturale, anche il cianuro. Naturale quindi non significa necessariamente buono. Il problema è che i termini in questione non forniscono dati in merito al reale impatto ambientale di quel materiale o di quella costruzione. Non hanno una definizione precisa e non sono misurabili. Un pò come lo shampoo che ritarda la caduta dei capelli del 50%, ma non è dato sapere rispetto a cosa! C'è una grandezza definibile e misurabile, si chiama SOSTENIBILITÀ, partiamo dalla definizione del termine: "Condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri". - dizionario Treccani-. Fra bioedilizia, edilizia green e varie altre etichette, lo diciamo subito, è meglio parlare di "architettura sostenibile"! Uno sviluppo sostenibile, per essere definito tale, deve superare tre criteri di "sostenibilità": economica, sociale ed ambientale. E il gioco si fa duro...non è sostenibile tutto ciò che é firmanto green! Spieghiamo il concetto con alcuni esempi! Se compro al mercato un cappellino realizzato grazie al riciclaggio di bottiglie di plastica ad un ottimo prezzo, ho in mano un prodotto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, ma se è stato realizzato in Asia sfruttando il lavoro minorile...beh...non é socialmente sostenibile. Così se trovo in un negozio di prodotti a km 0 delle mele biologiche prodotte da una cooperativa sociale, ma queste mi costano come fossero d'oro ...é mancata la sostenibilità economica! Infine, la sostenibilità ambientale, ancora sovente ignorata. Oggi per realizzare beni e contenere i costi di produzione...trascuriamo la valutazione dell'impatto ambientale. Il ragionamento che scatta un pò a tutti noi è subdolo, una cosa che costa cara mi danneggia direttamente e la evito, se il prezzo è buono, ma è dovuto a sfruttamento ad essere danneggiato non sono io, ma un altro...se poi, come nel caso dell'impatto ambientale, a farne le spese saranno principalmente le generazioni future...buonanotte coscienza! Un bene sostenibile è il frutto di ricerche e prospettive lungimiranti...ma tornando all'architettura, come si può definire se un materiale edile è sostenibile o meno? Quali grandezze entrano in gioco e come si misurano? Una norma (UNI 14040) descrive come analizzare il ciclo di vita di un prodotto / materiale. Si ottiene così il rapporto LCA traduzione italiana di Life Cycle Assessment, un metodo nato per aiutare a quantificare, interpretare e valutare gli impatti ambientali di uno specifico prodotto o servizio, durante l'intero arco della sua vita, dalla culla alla tomba. La valutazione include l'intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo: l'estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l'uso, il riuso, il riciclo o lo smaltimento finale. Il rapporto LCA è facoltativo ed in Italia sono ancora pochi i prodotti che hanno tale certificazione. È però importante capire che la sostenibilità non è legata al materiale, ma al prodotto e alla sua storia! Le arance di agricoltura biologica coltivate ad Agrigento è mangiate ad Agrigento sono sostenibili, le stesse arance mangiate a Singapore...no! Incido infatti significativamente i costi (energetici ed ecologici) del trasporto. Bisogna andare cauti con le semplificazioni. Ogni prodotto ha la sua storia, dobbiamo conoscere le fasi di estrazione, valutare i trasporti, la sua lavorazione, le potenzialità di riciclo...la sostenibilità non è legata al solo materiale (lana di vetro, polistirolo...), ma al singolo marchio che lo produce. Capita così che un materiale isolante sintetico, prodotto da bottiglie riciclate in un azienda che sfrutta le fonti rinnovabili a 30 km dal cantiere può essere più rinnovabile di altri prodotti definiti "naturali". Si pensi ad esempio ad alcuni sugheri per edilizia, coltivati in Marocco, esportati in Portogallo dove vengono tostati ad alte temperature per renderli maggiormente stabili e poi esportati in Italia. Così per le fibre di legno, alcune sono prive di additivi, altre sono invece maggiormente lavorabili perchè viene utilizzato il poliestirene come collante. Come procedere allora? Una cosa è certa: QUALSIASI materiale isolante utilizzato in edilizia fa ottenere un risparmio energetico sempre positivo rispetto ai suoi costi energetici di estrazione/produzione/trasporto/smaltimento. Per cui non esitate nell'isolare casa, farete bene all'ambiente in ogni caso. Se poi volete, giustamente, seguire dei criteri di maggiore sostenibilità è bene affidarsi a progettisti specializzati, come noi, richiedendo nella scelta dei materiali la valutazione di quelli in possesso del rapporto LCA, prodotti in aziende "vicine" e con certificazione riguardanti la percentuale di materiale riciclato utilizzato. Contattaci per avere maggiori informazioni architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima RISPARMIO ENERGETICO: LE DETRAZIONI FISCALI AL 65%Le detrazioni fiscali del 65% riguardano opere di risparmio energetico, fra le quali hanno primaria importanza le opere di isolamento delle strutture disperdenti (muri, solai, tetti). Si ha diritto all’ incentivo sia isolando strutture che delimitano l’ambiente riscaldato dall’ esterno, sia isolando quelle che lo delimitano da ambienti non riscaldati (solette verso garage o sottotetti, muri verso locali tecnici…) Rientrano ad esempio nelle detrazioni fiscali: i cappotti termici, l' insufflaggio, l'isolamento del tetto, dei pavimenti, la posa del solare termico, la sostituzione degli infissi, la sostituzione della caldaia... La detrazione viene spalmata su 10 anni ed è usufruirne da più soggetti aventi diritto, quali: proprietari, comproprietari, locatari… Come si procede ad esempio per effettuare un intervento di isolamento ? 1) si contatta un professionista specializzato, si valuta l’intervento migliore per rapporto qualità/prezzo (nei casi più complessi può essere utile ricorrere ad una diagnosi energetica ) 2) si sceglie il materiale isolante idoneo, e si dimensiona l’isolamento al fine di ottenere la detrazione fiscale e di verificare l’assenza di futuri fenomeni di condensa. 3) il professionista presenta presso il Comune (se siamo in Piemonte) la relazione DGR 46 – 11968 e – se necessario – la relativa pratica edilizia 4) si redige un breve capitolato (sempre,sempre,sempre consigliato!) e si eseguono i lavori 5) si procede ai pagamenti attraverso gli appositi bonifici bancari 6) il professionista presenta la pratica di detrazione attraverso il portale online 7) si redige l’ Attestato di Certificazione Energetica – da presentare obbligatoriamente in caso di controllo. (nel caso in cui il consulente incaricato svolga un ruolo di progettazione, ad esempio rediga una pratica edilizia, si deve affidare la certificazione ad una persona estranea) Tutte le spese professionali (ACE incluso) sono detraibili al 65%. Contattaci per avere maggiori informazioni Progetti di riqualificazione globale: Almese- Torino: da classe F a classe B Capannone industriale: isolamento tetto da surriscaldamento estivo ed da dispersioni invernali Bussoleno - Torino: riduzione del 40% dei consumi isolando il sottotetto e sostituendo gli infissi architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima I prezzi di un Attestato di Prestazione Energetica (APE) (chiamato fino al 2013 Attestato di Certificazione Energetica - ACE -) sono molto variabili,ma alcuni hanno senso, altri no. Ipotizziamo il caso più semplice: un appartamento con riscaldamento autonomo a metano, senza solare, senza fotovoltaico e con caldaia tradizionale. Se cerchiamo su internet troviamo una ricerca di Altroconsumo, che indica un prezzo medio di 300 euro per un appartamento e di 500 euro per una villetta, iva inclusa. È il costo verosimile per redigere in modo corretto la certificazione energetica. ...ma, se cerchiamo su internet troviamo anche altre offerte...a 150, 100, ma anche a 75 euro o meno! Come è possibile? Voi affidatevi a professionisti specializzati, chiedendo prima del lavoro un preventivo scritto e ricordatevi che un Attestato di Prestazione Energetica, fatto bene, non puó costare 75 euro, ma neanche 100 o 150. Facciamo 2 conti in tasca al professionista: Dai 75 € togliamo il 22% di IVA, rimangono 58,5 € Dai 58,5 € togliamo il 4% di contributo previdenziale, rimangono 56,16 € Dai 56,16 € togliamo un 23% di tasse - scaglione più basso- abbiamo 43,24 € Dai 43,24 togliamo 15 euro per l'acquisto dell'attestato presso la Regione Piemonte (costo fisso obbligatorio), rimangono 33,34 € Togliamo ancora circa 10 euro di spese per recarsi sul luogo a fare il sopralluogo ( siamo fortunati, era sotto casa), altri 10 euro per ammortizzare il costo dell'apposito software (ipotizziamo di farne davvero tanti di ACE in un anno!) e 1,00 Euro per stampare due copie a colori di tutto ( stampate laser dell'ufficio, in copisteria costa il triplo). Rimangono 12,34 € per fare il rilievo e redigere l'ACE. Personalmente un APE molto semplice come quello dell'esempio mi richiede alcune ore di lavoro in totale fra rilievo, redazione, invio dei dati e consegna al cliente; visto e considerato che deve fornire indicazioni di riferimento sull'efficienza energetica della casa, che normalmente vengono redatte per atti di compravendita e locazione e che - in caso di ACE errato - oltre al danno per acquirenti e locatari, il professionista ha una sanzione significativa...un APE non può costare meno di 220-250 euro! POTREBBERO INTERESSARTI: Problemi di muffa: un video di un minuto con le "regole" per aprire le finestre! Quando serve l'attestato di prestazione energetica? Contattaci per informazioni e preventivi architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima ISOLARE LE FONDAMENTAIsolare sottofondazione è una soluzione costruttiva ancora poco diffusa in Italia che garantisce risultati eccellenti di isolamento senza pregiudicare la stabilità della costruzione, anzi ne migliora le qualità di resistenza ai fenomeni sismici. Si può procedere mediante l'utilizzo di diverse tecniche costruttivo, le principali sono mediante l' utilizzo di vetro cellulare sfuso compattato oppure gettando le fondazioni su una platea di pannelli di XPS ad altissima resistenza a compressione. Nel nostro esempio - la realizzazione di una CasaClima classe A si è optato per l'isolamento in XPS: seguiamo il procedimento. Si prepara il terreno rimuovendo lo strato vegetativo e successivamente si provvede alla compattazione dell'area mediante un rullo. In una seconda fase vengono stesi due strati di gaia con diversa granulometria: più grossolano il primo e più fine il secondo. Ogni strato viene compattato. Sulla ghiaia viene steso un getto di magrone avente la funzione di rendere il complanare e pulita l'area di lavoro, su di esso si è steso un telo in PE con particolare attenzione alla nastratura in corrispondenza delle sovrapposizioni. Il telo, resistente ed impermeabile, ha la duplice funzione di impedire fenomeni di umidità di risalita ed ovviare con una soluzione a basso costo all'eventuale presenza di gas radon. Per isolare la struttura si sono posti delle lastre in XPS ad alta densità e con un'eccellente resistenza a compressione fra loro battentate. Su di queste è stato posto un telo in tessuto-non-tessuto per impedire all'acqua del getto di colare fra le giunte del materiale influendo , anche solo sensibilmente, sulla conducibilità del materiale. Una volta realizzati i ferri si è infine provveduto al getto della platea. Nel progetto si è scelto di non eccedere nell' isolamento del pavimento controterra, privilegiando maggiori spessori nel tetto e nelle murature: un'eccessivo isolamento può infatti rivelarsi inefficace in estate, quando un pò di freschezza proveniente dal terreno può tornare utile per impedire fenomeni di surriscaldamento. Visita la scheda del cantiere Contattaci per avere maggiori informazioni architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima ISOLARE TETTO INDUSTRIALE
Isolare può essere utile non solo per mantenere ambiente caldi e poco disperdenti nella stagione invernale, ma anche per proteggere gli edifici dal calore estivo.
Molto abitazioni hanno il problema di surriscaldamento nei locali sottotetto a causa di una cattiva progettazione del pacchetto isolante di copertura. Il problema è ancor più evidente negli edifici industriali, dove sovente le ampie superfici di copertura non sono affatto isolate e le temperature - sugli strati di impermeabilizzazione bituminosi - possono superare gli 80°C. Nel caso di riqualificazione da noi condotto per un complesso di capannoni nel comune di Almese, in Provincia di Torino, si è realizzato un pacchetto isolante in fibra di roccia ad alta densità per raggiungere comfort ottimali in tutte le stagioni dell'anno. La riduzione del calore estivo (e dei conseguenti costi di climatizzazione) è stato ottenuta mediante un nuovo manto di copertura in lamiera bianca. Il semplice cambio di colore ha permesso di passare da un assorbimento dei raggi solare da un 90% ad un 10%. Un piccolo accorgimento, quello del colore bianco, semplice ed immediato, ma troppo spesso sottovalutato. Visita la scheda del cantiere Contattaci per avere maggiori informazioni Richiedi una consulenza online architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima Numerosi edifici esistenti, realizzati tra gli anni ’50 e i nostri giorni, presentano una comune tipologia costruttiva, caratterizzata da murature perimetrali realizzate con una doppia fila di mattoni separati da un’intercapedine d’aria. Sovente tale intercapedine è priva di isolamento o risulta debolmente isolata, con pannelli in fibra di vetro o, nel caso di costruzioni più recenti, con pannelli in polistirene. Insufflaggio Fra gli interventi di miglioramento energetico, da qualche tempo si è diffuso l’insufflaggio, ovvero l’isolamento delle intercapedini perimetrali con l’iniezione di materiali isolanti sfusi al loro interno. L’intervento prevede, nella sua fase preliminare, la sigillatura di eventuali fori (fra i cassonetti ospitanti le avvolgibili e l’intercapedine stessa) e successivamente l’insufflaggio del materiale isolante attraverso fori praticati nel muro, a una distanza di circa un metro l’uno dall'altro e a circa 30-40 cm dal solaio superiore. L’intervento può essere eseguito operando sia internamente che esternamente: il risultato è tecnicamente analogo, ma ognuna delle due prassi presenta pregi e difetti; ad esempio il lavorare dall’interno evita l’uso di ponteggi e salvaguarda le facciate dai fori (si pensi alle murature in paramano o con intonaci difficilmente riproducibili); d’altro canto si dà vita a un cantiere piuttosto invasivo poiché interesserà tutti i locali! Da un punto di vista energetico l’ insufflaggio può comportare anche considerevoli risparmi economici, soprattutto se abbinato ad altri interventi, quali l’isolamento del sottotetto o la sostituzione di vecchi infissi. Non è però possibile quantificare il tempo di ritorno dell’investimento e il risparmio annuale, se non attraverso una diagnosi energetica eseguita preventivamente sul fabbricato in esame. Detrazioni fiscali L’intervento può rientrare fra quelli soggetti alla detrazione fiscale del 65%, a patto che si raggiungano valori di isolamento tali da soddisfare i requisiti minimi richiesti: a tal proposito vengono in aiuto le intercapedini aventi maggiore spessore, che possono ospitare quindi maggiori quantità di isolante, oppure la scelta di materiali particolarmente prestanti dal punto di vista dell’isolamento. E’ bene perciò richiedere preventivamente ad un tecnico una valutazione dell’intervento; si tratta di analisi semplici e che richiedono brevi tempi di svolgimento. Materiali Possono essere insufflati diversi tipi di isolanti sfusi: i più noti sono la cellulosa, ricavata dalla carta di giornale e l’ EPS bianco in granuli (polisiterne), ma si possono anche insufflare materiali isolanti di origine minerale, come la perlite, l’argilla espansa, la fibra di vetro in noduli. Ognuno di questi materiali ha pregi e difetti: variano le capacità isolanti, i costi, la stabilità nel tempo e l’ impatto sull’ ambiente, a seconda della materia prima e dei processi produttivi richiesti. Lasciamo l’analisi dei materiali isolanti a successive trattazioni. No alle improvvisazioni
Il grande vantaggio dell’insufflaggio è indubbiamente rappresentato dal costo contenuto rispetto ad un isolamento esterno (cappotto), ma porta con sè alcune problematiche di non poco conto. A differenza dell’isolamento esterno, l’isolamento in intercapedine può accentuare o addirittura creare dei ponti termici che prima non erano presenti nella costruzione. Isolando nelle intercapedini, creiamo di fatto una discontinuità all’ interno della parete, dove avremo parti fortemente isolate affiancate a porzioni di muratura per nulla o debolmente protette: tali punti (pilastri perimetrali, sottofinestre, cassonetti, solette intermedie) divengono dei ponti termici, ovvero delle aree dove il calore e l’umidità interna si “concentrano” per uscire verso l’esterno. Il problema dei ponti termici è che, purtroppo, da molti vengono visti in termini di superficie: “è solo un pilastro sull’intero muro, cosa sarà mai?!” In realtà il comportamento è analogo a quello dell’acqua in un secchio che presenta un foro: il secchio perde proprio di lì e più piccolo è il foro, maggiore è la pressione dell’acqua che esce! Inoltre, come si vede dalla figura 1, se alla superficie del muro sottraiamo tutte le superfici non tecnicamente isolabili, l’area isolata viene pesantemente ridotta; ciò non rende vano l’intervento, ma ne riduce i risultati. I ponti termici non significano solo dispersioni, ma anche superfici fredde all’interno dell’edificio: lì l' umidità presente nella stanza può condensare (così come avveniva con i vetri singoli degli infissi); pur non verificandosi evidenti fenomeni di condensa, si possono generare fenomeni di muffa; come accade nei bagni di molte case, anche se poco isolate. Tali fenomeni possono comparire più spesso a seguito degli insufflaggi: sulle superfici dei pilastri, nelle sottofinestre o sulle spalline delle finestre. Trattandosi però di situazioni prevedibili e calcolabili prima dell’intervento attraverso semplici simulazioni, normalmente si evita la formazione di muffe raggiungendo temperature superficiali – in presenza dei ponti termici - superiori ai 17°C. (figura 2). Per ovviare a queste spiacevoli situazioni, è bene arieggiare maggiormente l’edificio isolato ed evitare eccessivi carichi di umidità interna (es. asciugatura dei panni). Qualora l’areazione manuale sia di difficile gestione, si può ricorrere alla ventilazione meccanica controllata, che però comporta costi aggiuntivi. Un’ultima attenzione deve essere posta in fase di sopralluogo: molte intercapedini sono “intasate” dal materiale isolante - posato ai tempi della costruzione- che si è mosso oppure, caso peggiore, da materiale di cantiere che negli anni passati si aveva l’abitudine di gettare in intercapedine. Non escludiamo, specie per interventi di una certa entità, un’analisi dell’intercapedine attraverso una micro-camera o con una meno invasiva termografia. In presenza di questi ostacoli, è fondamentale ricorrere a materiali isolanti molto scorrevoli che possono introdursi in modo omogeneo senza creare dei “tappi” nella struttura. Conclusioni Questa tecnica di isolamento ha un buon rapporto costi/benefici; non è risolutiva quanto l’isolamento esterno (cappotto) sia in termini di risparmio energetico, sia in termini di comfort (si avranno infatti superfici con diverse temperature, fattore avvertibile con disagio da chi vi abita); necessità di attenzioni semplici, ma fondamentali durante l’intervento e ad opera eseguita. Come operare
- considerare la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali del 65% - scegliere il materiale isolante idoneo.
ISOLARERE IL SOTTOTETTO: ECCO PERCHE' CONVIENE
Nella provincia italiana, la maggior parte delle costruzioni residenziali è composta da edifici isolati a due, tre piani con un sottotetto non isolato. In questi si possono ottenere grandi risparmi economici, mediante l'isolamento della soletta verso il sottotetto freddo. Il lavoro è decisamente più efficace e conveniente rispetto all'isolamento in falda del tetto. La facilità di posa dei materiali consente di ridurre i costi per la posa e di ottenere eccellenti tempi di ritorno dell'investimento. Tale procedura può inoltre usufruire delle detrazioni fiscali per le opere di riqualificazione fiscale (65% in 10 anni). Possono essere scelti diversi materiali isolanti e sistemi di posa a seconda del futuro utilizzo del sottotetto (e dei suoi carichi) e del budget di spesa.
QUANTO CONVIENE ISOLARE IL SOTTOTETTO?
In concreto su numerosi interventi da noi svolti siamo giunti ad alcune conclusioni:
1) l'intervento di isolamento del sottotetto ha un tempo di ritorno molto interessante, generalmente variabile dai 2 ai 4 anni; 2) i costi sono estremamente contenuti: a seconda del materiale e del sistema di posa scelto possono oscillare dai 20 €/mq (posa di più strati di lana di roccia) sino ai 60€/mq (laddove è necessaria la realizzazione di una struttura e di un piano di calpestio) 3) il risparmio energetico sui consumi può variare da un 15% ad un 35% a seconda della conformazione della casa. 4) alcuni interventi molto semplici risultano molto semplici (come la posa di strati sfalsati di lana di vetro) possono essere sovente realizzati in economia con interventi fai da te. COME ISOLARE IL SOTTOTETTO:
I dati forniti si riferiscono ad isolamenti realizzati a regola d'arte e con dimensionamenti adeguati del materiale coimbente. E' impossibile fornire indicazioni precise e valide per ogni edificio, a titolo di esempio riportiamo la casistica tipo che abbiamo analizzato per riportare i dati precedenti.
Nella Provincia di Torino per rispettare i valori di isolamento necessari per l'ottenimento della detrazione fiscale del 65% una soletta in latero-cemento da 20 cm va generalmente isolata con almeno 15 cm di lana di vetro avente una condicibilità di 0,04 W/mqK. Fondamentale, come in tutti gli interventi di isolamento, il ruolo del consulente energetico, al fine di determinarne il dimensionamento, la risoluzione dei ponti termici e l'ottenimento degli sgravi fiscali. Non solo l' architetto consulente energetico evita di imbattersi in rischiose improvvisazioni e monitora il lavoro delle imprese, guidando il cliente verso un lavoro pensato e progettato su misura per l'immobile di riferimento. La consulenza professionale non deve essere vista come un costo aggiuntivo superfluo, ma bensì come una strategia efficace per l'ottenimento di un risultato di qualità alla ricerca dell miglior rapporto costi/benefici per le opere di ristrutturazione. SOTTOTETTO CALPESTABILE > Visita la scheda cantiere - isolamento sottotetto calpestabile SOTTOTETTO PIANO > Visita la scheda del cantiere - isolamento sottotetto piano SOTTOTETTO CON VOLTE A BOTTE >Visita la scheda del cantiere - isolamento sottotetto a volte SOTTOTETTO CON GRANDI CARICHI >Visita la scheda cantiere - isolamento sottotetto deposito Contattaci per avere maggiori informazioni architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima ISOLARE IL TETTO CON FIBRA DI LEGNOLa fibra di legno è un materiale isolante particolarmente indicato per l' isolamento dei tetti; oltre ad una bassa conducibilità termica che consente di contenere le dispersioni nel periodo invernale, ha eccellenti prestazioni anche nel periodo estivo. La sua elevata densità abbinata ad una buona capacità termica, permettono di smorzare l'onda termica incidente sul manto di copertura riducendone considerevolmente l'influenza all'interno dell'edificio. Per garantire risultati costanti nel tempo è bene evitare qualsiasi forma di condensa interstiziale, a tale scopo si possono utilizzare specifici teli da collocare sul primo tavolato (freni al vapore) e prima della posa dei listelli porta tegole (teli traspiranti). Questi teli permettono di mantenere il materiale asciutto lasciando traspirare la stratigrafia senza pregiudicarne l'impermeabilità all'acqua. La fibra di legno è inoltre un materiale con un basso impatto ambientale e totalmente riciclabile . Fondamentale - come in tutti gli interventi di isolamento - il ruolo del consulente energetico , al fine di determinarne il dimensionamento, la risoluzione dei ponti termici e l'ottenimento degli sgravi fiscali. Visita la scheda di cantiere Contattaci per avere maggiori informazioni architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima COME ARIEGGIARE CORRETTAMENTE CASA VOSTRA
Il comfort di una casa è dato anche dalla qualità della sua ariaMuffa & condense. Per mantenere un ambiente sano, privo di aria viziata e con valori di umidità ideali per evitare l'insorgere di muffe e condense, è indispensabile arieggiare bene l' edificio aprendo le finestre, oppure con sistemi di ventilazione meccanica controllata. Ma quando, quanto e come si aprono le finestre?
In questa breve video sono presentati numerosi e semplici consigli per permettervi di avere un'elevata qualità dell'aria interna senza per questo dover vedere salire il costo delle bollette. In segreto non è infatti aprire tanto le finestre, ma aprile bene!
Problemi di muffa e di umidità
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