BIOEDILIZIA ARCHITETTURA SOSTENIBILE: BASTA SLOGAN
Una ecocasa fatta in bioediliza con materiali naturali. Lo so che il marketing, ha le sue regole e che certe frasi ad effetto funzionano...ma un annuncio di questo tipo quali informazioni da realmente?
Alla domanda " Che cosa significa Bio?" La risposta che va per la maggiore è "Che è naturale!" Sul pianete Terra, a ben vedere, tutto è naturale, anche il cianuro. Naturale quindi non significa necessariamente buono. Il problema è che i termini in questione non forniscono dati in merito al reale impatto ambientale di quel materiale o di quella costruzione. Non hanno una definizione precisa e non sono misurabili. Un pò come lo shampoo che ritarda la caduta dei capelli del 50%, ma non è dato sapere rispetto a cosa! C'è una grandezza definibile e misurabile, si chiama SOSTENIBILITÀ, partiamo dalla definizione del termine: "Condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri". - dizionario Treccani-. Fra bioedilizia, edilizia green e varie altre etichette, lo diciamo subito, è meglio parlare di "architettura sostenibile"! Uno sviluppo sostenibile, per essere definito tale, deve superare tre criteri di "sostenibilità": economica, sociale ed ambientale. E il gioco si fa duro...non è sostenibile tutto ciò che é firmanto green! Spieghiamo il concetto con alcuni esempi! Se compro al mercato un cappellino realizzato grazie al riciclaggio di bottiglie di plastica ad un ottimo prezzo, ho in mano un prodotto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, ma se è stato realizzato in Asia sfruttando il lavoro minorile...beh...non é socialmente sostenibile. Così se trovo in un negozio di prodotti a km 0 delle mele biologiche prodotte da una cooperativa sociale, ma queste mi costano come fossero d'oro ...é mancata la sostenibilità economica! Infine, la sostenibilità ambientale, ancora sovente ignorata. Oggi per realizzare beni e contenere i costi di produzione...trascuriamo la valutazione dell'impatto ambientale. Il ragionamento che scatta un pò a tutti noi è subdolo, una cosa che costa cara mi danneggia direttamente e la evito, se il prezzo è buono, ma è dovuto a sfruttamento ad essere danneggiato non sono io, ma un altro...se poi, come nel caso dell'impatto ambientale, a farne le spese saranno principalmente le generazioni future...buonanotte coscienza! Un bene sostenibile è il frutto di ricerche e prospettive lungimiranti...ma tornando all'architettura, come si può definire se un materiale edile è sostenibile o meno? Quali grandezze entrano in gioco e come si misurano? Una norma (UNI 14040) descrive come analizzare il ciclo di vita di un prodotto / materiale. Si ottiene così il rapporto LCA traduzione italiana di Life Cycle Assessment, un metodo nato per aiutare a quantificare, interpretare e valutare gli impatti ambientali di uno specifico prodotto o servizio, durante l'intero arco della sua vita, dalla culla alla tomba. La valutazione include l'intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo: l'estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l'uso, il riuso, il riciclo o lo smaltimento finale. Il rapporto LCA è facoltativo ed in Italia sono ancora pochi i prodotti che hanno tale certificazione. È però importante capire che la sostenibilità non è legata al materiale, ma al prodotto e alla sua storia! Le arance di agricoltura biologica coltivate ad Agrigento è mangiate ad Agrigento sono sostenibili, le stesse arance mangiate a Singapore...no! Incido infatti significativamente i costi (energetici ed ecologici) del trasporto. Bisogna andare cauti con le semplificazioni. Ogni prodotto ha la sua storia, dobbiamo conoscere le fasi di estrazione, valutare i trasporti, la sua lavorazione, le potenzialità di riciclo...la sostenibilità non è legata al solo materiale (lana di vetro, polistirolo...), ma al singolo marchio che lo produce. Capita così che un materiale isolante sintetico, prodotto da bottiglie riciclate in un azienda che sfrutta le fonti rinnovabili a 30 km dal cantiere può essere più rinnovabile di altri prodotti definiti "naturali". Si pensi ad esempio ad alcuni sugheri per edilizia, coltivati in Marocco, esportati in Portogallo dove vengono tostati ad alte temperature per renderli maggiormente stabili e poi esportati in Italia. Così per le fibre di legno, alcune sono prive di additivi, altre sono invece maggiormente lavorabili perchè viene utilizzato il poliestirene come collante. Come procedere allora? Una cosa è certa: QUALSIASI materiale isolante utilizzato in edilizia fa ottenere un risparmio energetico sempre positivo rispetto ai suoi costi energetici di estrazione/produzione/trasporto/smaltimento. Per cui non esitate nell'isolare casa, farete bene all'ambiente in ogni caso. Se poi volete, giustamente, seguire dei criteri di maggiore sostenibilità è bene affidarsi a progettisti specializzati, come noi, richiedendo nella scelta dei materiali la valutazione di quelli in possesso del rapporto LCA, prodotti in aziende "vicine" e con certificazione riguardanti la percentuale di materiale riciclato utilizzato. Contattaci per avere maggiori informazioni architetto Stefano BRUNO - Consulente CasaClima AHORA Architettura: progettiamo sostenibile perchè pensiamo sostenibile.
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Autoriarch. Stefano BRUNO Categorie
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