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Rifugio "Alpeggio Tomba di Matolda"

Un rifugio CasaClima A nel cuore della Valle di Susa
2010 m






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LA nostra passione per l'architettura ad alta quota
Il Colombardo e la Tomba di Matolda
L' alpeggio attuale
Idee ed obiettivi
Progetto parte prima: il rifugio
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Progetto parte seconda: caseificio e locale vendita
Un rifugio riciclabile
Un rifugio Casaclima
Rassegna stampa
Perchè una sopraelevazione?
Perchè un'architettura contemporanea in montagna?
Un rivestimento in pietra e un tetto in lose non erano più tipici e rispettosi?
​Perchè il colore rosso?
Chi paga?
Quando inizieranno i lavori?
FAI LA TUA DOMANDA

UN RIFUGIO CASACLIMA PER LA BASSA VALLE DI SUSA

Il progetto ha ottenuto i finanziamenti della Regione Piemonte relativi alla misura 7.6.1 del Piano di Sviluppo Rurale.
La misura riguarda il miglioramento dei fabbricati di alpeggio, e il comune di Condove ha aderito con questa proposta promuovendo la realizzazione di: - un nuovo rifugio non custodito, composto da due locali indipendenti, certificati CasaClima A
- un ampliamento dei locali di caseificazione
-  riqualificazione energetica  dell' alpeggio esistente
Rifugio Collombardo - Condove - Val di Susa - Architettura
Foto inserimento del nuovo rifugio presso l'alpeggio della Tomba di Matolda presso il Colle del Colombardo ( Val di Susa )

IL COLOMBARDO

L’alpeggio della Tomba di Matolda del Comune di Condove si trova alla quota di 2010 metri, all’interno del bacino del rio Sessi, sulle pendici esposte a Sud del massiccio del monte Civrari in prossimità del Colle del Colombardo. La vegetazione è costituita da pascoli, non sono più presenti alberi ad alto fusto e sono presenti alcuni sfasciumi e balze rocciose.
L’alpeggio si trova sulla strada sterrata carrozzabile che da Condove porta al Colle del Colombardo per poi scollinare e proseguire sino a Lemie nella Valle di Viù.
Il Colle è meta turistica e di pellegrinaggio molto nota alle popolazioni della Valle di Susa e della Valle di Lanzo, in particolare agli abitanti dei Comuni di Condove e di Lemie. In prossimità del Colle si trova il Santuario della Madonna degli Angeli che attrae a sé numerosi visitatori in prossimità della Festa del Santuario (2 agosto). Il Collombardo è divenuto nel tempo il simbolo della tradizione montana per i Condovesi, prova ne è la festa denominata “Voromie bin a le montagne” che si svolge da più di settant’anni ogni seconda domenica del mese di luglio.
Foto
Le origini del Santuario si devono a tale "Giovanni Battista Giorgis dal Forno di Lemie”, il quale nel 1704 eresse un pilone votivo a seguito di un voto fatto durante una notte passata all’addiaccio nella quale temette per la propria vita. Successivamente il pilone divenne meta di pellegrinaggio per i malgari delle due valli, i quali lo ricostruirono e ampliarono sino a trasformarlo nell’attuale Santuario. L’intervento di maggiore importanza è datato 1869-70 e riguarda la sua riedificazione e il suo ampliamento. I pascoli e di riflesso il santuario furono al centro di numerose dispute fra le comunità locali che si arrogavano il diritto di stabilire il giorno festivo e di gestire le celebrazioni. Nel 1837 si arrivò a uno scontro violento fra due comunità.
Le origini etimologiche del nome Colombardo sono molto antiche e si rifanno probabilmente all’originario nome di Colle Longobardo. La tradizione popolare, attraverso leggende, riporta la presenza di una postazione militare dei Longobardi ubicata nei pressi del Colle nel periodo storico della Battaglia delle Chiuse (773 d.C.), durante la quale i Longobardi furono sconfitti dalle truppe di Carlo Magno. A testimonianza di questo insediamento umano esiste, verso ovest, un modesto rilievo chiamato Tomba di Matolda (2.084 m), in cui secondo una leggenda fu sepolta una principessa barbara.
Il Colle è raggiungibile mediante sentiero dalla borgata di Layetto (Condove) ed è un punto di partenza per raggiungere il Monte Civrari, meta di escursionismo estivo e di scialpinismo invernale. La salita al Collombardo su strada sterrata dal Comune di Condove è invece un classico della Mountain Bike.

L'ALPEGGIO ATTUALE

L'attuale alpeggio è costituito da due corpi principali, collegati da un portico aperto ed aventi un unico tetto a doppia falda.
​Il blocco abitativo è realizzato con pilastri in blocchi di calcestruzzo forato e tamponato con muratura in laterizi a cassa vuota; la stalla è invece realizzata con pareti portanti in cemento armato. I muri sono nella loro totalità esternamente intonacati ed hanno colore grigio.   

La copertura ha una struttura portante in latero-cemento e poggia su un’orditura in profilati di acciaio; il manto di copertura è in lamiera ondulata.
Gli infissi hanno un telaio ligneo con vetri singoli, schermati esternamente con antoni in legno a doghe verticali.
L’edificio non è collegato alla rete elettrica ma è dotato di generatore da 5kW alimentato a gasolio e supportato da una turbina idroelettrica da 24 volt. L’approvvigionamento dell’acqua avviene attraverso un acquedotto ad uso esclusivo dell’alpeggio.
Alpeggio in alta quota
Progetto architettura ad alta quota
Alpeggio nelle Alpi Occidentali
Architettura di montagna: riqualificazione energetica

IDEE ED OBIETTIVI

Il progetto consiste nella sopraelevazione di parte della struttura esistete per poter ricavare un rifugio non custodito composto da due locali indipendenti da destinare all'ospitalità e all'accoglienza degli escursionisti, in particolare delle famiglie.
L'obiettivo è quello di promuovere sempre più le aree montane della Valle di Susa e di Condove, come una meta di un turismo rispettoso dell’ambiente e dell’uomo. 
Un turismo che permetta di conoscere anche le persone che con la montagna vivono e lavorano quotidianamente: un vero tesoro di storia, tradizione e fatica.
Anche per questo motivo l’ampliamento, dal punto di vista architettonico, vuole essere oggetto di interesse turistico e cerca di proporsi come un’architettura contemporanea che reinterpreta in maniera moderna i materiali e le forme della tradizione.
Idee progettuali Alpeggio Tomba di Matolda
Idee Alpeggio Tomba di Matolda - Condove

PROGETTO - PARTE PRIMA:  IL RIFUGIO

Per la realizzazione di locali adibiti a rifugio, si è optato per una sopraelevazione, realizzata attraverso la demolizione parziale del tetto e delle murature di tamponamento  di una porzione dell’attuale sottotetto.
Tale soluzione evita di sottrarre spazi esterni pianeggianti riducendo il consumo di suolo, ed allo stesso tempo permette di realizzare una struttura in grado di godere pienamente del panorama e dell’irraggiamento solare. La struttura ricettiva sarà collocata sopra la zona abitativa dell’alpeggio e sarà costituita da due unità di circa 28 mq l’uno. Ogni alloggio sarà dotato di un bagno, una camera da letto da 4 posti letto e una cucina-soggiorno disposta a sud e caratterizzata da un’ampia parete finestrata affacciantesi sulla valle. L’ingresso alle due unità ricettive avverrà da un ballatoio realizzato nella zona nord a cui si accederà con una scala esterna in ferro collocata lungo la facciata ovest dell’edificio esistente.
Tomba di Matolda - collombardo
La sopraelevazione verrà realizzata con un sistema semi-prefabbricato a telaio ligneo la quale sarà totalmente svincolata strutturalmente dal corpo di fabbrica esistente. Il corpo prefabbricato poggerà infatti su una struttura in acciaio realizzata mediante profilati ancorati ad un cordolo in cemento armato che percorrerà su tre lati la porzione dell’edificio esistente.
Su questo scheletro portante a gabbia sopraelevato di alcuni centimetri rispetto alla soletta esistente si poserà un solaio continuo in X-LAM che sarà da futuro basamento per la posata delle pareti.
Le pareti esterne, il muro di spina centrale ed i tramezzi interni saranno di tipo a telaio con montanti in legno di abete poggianti su dormienti anch’essi in legno di abete. I muri esterni ed il muro di spina avranno interposto fra i montanti della fibra di legno e saranno tamponati mediante un pannello in gesso-fibra ed un pannello in cartongesso posizionato sul lato più esterno. I muri perimetrali avranno una stratigrafia analoga, ma con l’aggiunta di un cappotto esterno in sughero.
​
Tutte le parete dovranno essere fornite in opera mediante un sistema di pre-fabbricazione, al fine di ridurre le tempistiche di cantiere. L’impianto elettrico e idrico dovranno già essere predisposti all’interno delle pareti nella fase di prefabbricazione e non presso il cantiere.
Il tetto a due falde è previsto con un orditura primaria a vista e con un orditura secondaria (puntoni). Verrà realizzato un tavolato interno a vista con tavole maschiate ed uno esterno a supporto del manto di copertura. Il materiale isolante previsto è la fibra di legno che verrà posata frapposta ai puntoni. Il manto di copertura sarà in lamiera di alluminio.
Esternamente le facciate esposte ai raggi solari e prive del rischio di accumuli nevosi (ovest e sud) verranno intonacate, mentre il ballatoio esterno della pareti nord e il prospetto est adiacente il tetto del vecchio fabbricato verranno protetti con un rivestimento in alluminio preverniciato con doppia graffatura poggiante su un tavolato appositamente realizzato.
​L’intonaco avrà un finitura rustica ed una colorazione rosso/granata

Le lamiere del rivestimento esterno in alluminio preverniciato avranno una colorazione grigio-chiaro. Il richiamo è alla copertura della stalla laterale esistente. Per il tetto la lamiera in alluminio sarà goffrata in modo da risultare maggiormente resistente ad eventuali grandinate.
La scala ed il prospetto ovest saranno rivestite da un frangisole realizzato con una listellatura in larice non trattato.
Le fondazioni esterne della struttura portante verranno opportunamente vibrate e lisciate e potranno essere utilizzate come marciapiede esterno.
I serramenti esterni saranno in legno/alluminio, con doppio vetro bassoemissivo contentente gas Argon. Saranno dotati di sistema oscurante a veneziana interno alla vetrocamera.
Per i pavimenti è previsto un palquet in legno incollato in tutti i locali ad esclusione del bagno che verrà pavimentato e rivestito sino ad un’altezza di 2 m. con piastrelle in gress ceramico fine porcellanato.
Le parete interne saranno rivestite con pannelli in cartongesso successivamente tinteggiatte con vernice traspirante (pittura silossanica). Colore bianco.
Rifugio Colombardo CasaClima A
Fasi costruttive rifugio CasaClima A Val di Susa
Prospetti rifugio CasaClima A - Tomba di Matolda - Colle del Colombardo - Condove
CasaClima A - Rifugio Tomba di Matolda
Piano primo: pianta dei locali adibiti a rifugio
CasaClima Colombardo Architettura Val di Susa

PROGETTO PARTE SECONDA: CASEIFICIO E LOCALE VENDITA

L’ampliamento per la realizzazione ed il miglioramento dei locali di caseificazione e deposito latte avverrà invece occupando parte del portico che si trova tra la stalla e l’attuale locale di caseificazione. In tale spazio verranno realizzati un disimpegno, un bagno e un locale deposito latte. Il disimpegno metterà in collegamento la stalla con il locale deposito latte rendendo più facile il passaggio del latte dal luogo di produzione a quello di stoccaggio. Dal disimpegno sarà possibile accedere al bagno dotato di wc, lavandino e doccia. Dal locale deposito latte, attraverso un disimpegno si accede al locale caseificazione già esistente. All’interno del locale di caseificazione si prevede la realizzazione di un tramezzo per poter ricavare un locale per la vendita diretta dei prodotti dell’alpeggio, tale tramezzo sarà in parte vetrato per permettere al visitatore di osservare il locale di caseificazione. Dal disimpegno, tra locale deposito latte e locale caseificazione, sarà possibile uscire all’esterno e accedere rapidamente al vicino locale interrato per la stagionatura del formaggio. In questo modo di creerà una logica successione di locali: stalla, deposito latte, locale caseificazione, locale stagionatura, che permetterà di organizzare al meglio e razionalizzare le varie fasi della lavorazione del latte e la produzione dei formaggi e derivati. Per rendere meno faticosi i passaggi, si realizzerà all’interno della stalla una  rampa per superare il dislivello presente verso il locale deposito.
Rifugio Tomba di Matolda. vendita formaggi Colombardo Codove. Tome
Piano terra: realizzazione nuovi locali per la caseificazione

UN RIFUGIO RICICLABILE ​

La sfida è quella di pensare alla progettazione dell’edificio, ad un suo utilizzo confortevole e non inquinante e… alla sua futura dismissione e demolizione. Creando un progetto architettonico davvero sostenibile, per tutta la sua vita e oltre.
Il sistema costruttivo scelto prevede l’uso di un telaio in legno provenienti da foreste certificate. La struttura a telaio è internamente coibentata con pannelli in fibra di legno ed esternamente da un cappotto in sughero. Il sistema di montaggio è “a secco”, il che rende l’edificio facilmente smontabile e tutte le sue parti riutilizzabili e/o riciclabili. Ogni elemento utilizzato è infatti adatto al riciclo: il legno del telaio, la fibra dell’isolamento e le lamiere della copertura. L'impatto ambientale è minimo, non solo perché avrà bassissimi consumi, ma perché in fase di realizzazione si sono utilizzati materiali che per la loro produzione hanno un basso impatto ambientale e ridotte emissioni di anidride carbonica.
Si tratta di un elemento edilizio pensato per reimmettere tutti i suoi materiali in circolo una svolta smantellato, senza scarti da destinare alla discarica e senza traumi per il territorio che lo ha ospitato. Dagli infissi, ai muri, passando per la struttura ed il manto di copertura ogni suo elemento è riciclabile.

UN RIFUGIO CASACLIMA

Il rifugio escursionistico è stato progettato per raggiungere un comfort ed un indice di prestazione energetica altamente performante in tutte le stagioni. Tale qualità dovrà essere certificata attraverso l’Agenzia CasaClima e rappresenterà un criterio vincolante per l’esecuzione dei lavori.
L’ente di controllo dovrà essere un ente terzo di proprietà pubblica, con personale dipendente specializzato ad eseguire le procedure di verifica descritte nel presente capitolato, e autorizzato a eseguire la certificazione energetica degli edifici ai sensi della Direttiva Europea 2010/31/CE.
L´Ente di controllo dovrà garantire il controllo su tutte le fasi del processo di costruzione dell'edificio: fase di progetto, fase di cantiere (audit), fase finale.
L´audit è un sopralluogo in cantiere definito su specifico incarico dell’Ente di controllo. Dovrà essere svolto durante le diverse fasi del Processo di controllo ed è propedeutico alla verifica della corretta realizzazione delle voci di capitolato.
L´audit è svolto da personale specializzato (chiamati auditori) di comprovata conoscenza dei requisiti richiesti nel Processo di controllo (selezione mediante: corsi specifici, esami specifici istituiti dall’Ente di controllo). Essi sono nominati e gestiti dal solo Ente di controllo.
Gli indici prestazionali ed i requisiti minimi richiesti sono descritti nel disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici e riguardano sommariamente:
-              Gli indici di prestazione minimi richiesti dell’involucro durante il periodo invernale
-              Gli indici di prestazione minimi richiesti dell’involucro durante il periodo estivo
-              La risoluzione dei ponti termici 
-              Il valore minimo del Blower Door test richiesto (test sulla tenuta all’aria dell’edificio)
-              Requisitimi minimi impiantistici (riscaldamento, ventilazione meccanica controllata, elettrico)
Per maggiori informazioni leggi la pagina dedicata del nostro sito al sistema di certificazione CasaClima
Certificazione CasaClima

PERCHE’ UNA SOPRAELEVAZIONE?

Tale soluzione evita di sottrarre spazi esterni pianeggianti riducendo il consumo di suolo, ed allo stesso tempo permette di realizzare una struttura in grado sfruttare al massimo l’irraggiamento solare (riducendo i costi di riscaldamento) e di godere pienamente del magnifico panorama.

PERCHE’ UN'ARCHITTETURA CONTEMPORANEA IN MONTAGNA?

Pare illogico riproporre materiali e sistemi costruttivi divenuti oggi estremamente costosi (pietra e lose in primis) per imitare e riprodurre edifici che a suo tempo vennero realizzati secondo i rigidi criteri della sostenibilità economica. Si andrebbe incontro ad un falso-storico, ad un’architettura che non rispetta il passato, ma che semplicemente lo imita.
Il progetto ha come finalità ultima la realizzazione di un rifugio che sia attrattivo per i turisti e gli escursioni di oggi e che sia rispettoso della montagna. Rispetto della montagna significa considerare le Alpi un territorio vivo, attuale, contemporaneo. Riprodurre un passato e relegare il paesaggio montano ad un tempo passato non è un’azione rispettosa di un territorio che ha potenziali e bellezze senza tempo.

UN RIVESTIMENTO IN PIETRA E UN TETTO IN LOSE NON ERANO PIU’ TIPICI E RISPETTOSI ? 

La tipologia costruttiva dell’attuale alpeggio (risalente agli anni ’80) riprende per volumetria e sagoma le caratteristiche tipiche arcaiche degli alpeggi in quota della Valle di Susa: fabbricati ad un piano sviluppati in una sola direzione secondo le linee isometriche, esposti a sud e con copertura a due falde. Queste soluzioni architettoniche permettevano di realizzare una struttura riparata dai venti ed in grado di resistere ai carichi della neve.
I materiali sono quelli diffusisi a partire dagli anni ’50 per costruzioni analoghe a queste quote e per queste destinazioni d’uso, secondo un criterio di sostenibilità economica: calcestruzzo, laterizio intonacato e copertura in lamiera ondulata. L'attuale fabbricato è privo di significativi valori architettonici e non è circondato da fabbricati preesistenti aventi un valore storico-paesaggistico, neppure nell’orizzonte visuale.
Osservando i ruderi degli alpeggi più antichi ancora visibili sulla montagna di Condove si possono osservare queste precedenti caratteristiche storiche: manto di copertura in lose su struttura in legno e muratura portante in pietra, la quale veniva spesso protetta con intonaci. Anche in questo caso il criterio adottato era quello della sostenibilità economica, a seconda delle esigenze del tempo: pietre recuperate in loco e numerose ore di manodopera a costo basso o nullo, grazie alla prassi dell’autocostruzione. L’uso del legname era ridotto poiché questo andava trasportato in quota dai boschi a valle.
Questa analisi sull’architettura locale è stata effettuata mediante l’osservazione sul posto in occasione di un precedente lavoro di censimento della totalità delle borgate e degli alpeggi  di Condove. (Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Operazione 7.1.1.)
Definire quali sono i materiali “tipici” degli alpeggi è estremamente soggettivo, questi variano infatti a seconda del periodo storico di riferimento (ad esempio sino all’inizio del ‘900 la copertura era in lose, ma la lamiera grecata è utilizzata in modo continuativo da quasi un secolo a questa parte). Scegliere quale sia in periodo storico maggiormente meritevole è un opzione altrettanto arbitraria.
Certamente l’anima, l’essenza di queste costruzioni non è tanto da ricercare nei materiali, ma nello spirito che ha dettato i principi costruttivi in modo costante nel tempo, uno spirito votato all’efficienza ed al risparmio. Si tratta di costruzioni spoglie, essenziali in grado di resistere alla neve e al vento con volumetrie compatte, prive di ornamenti e votate alla massima economia. Non si tratta di eleganti stalle delfinali, né di chalet di villeggiatura o di costruzioni alpine che hanno contribuito a plasmare l’idea del paesaggio alpino dell’immaginario collettivo.
Sono altro. Luoghi destinati ad un lavoro faticoso abitati da gente tenace, ma estremamente povera. Gli alpeggi della bassa valle di Susa stanno alla montagna come la fabbrica sta alla pianura: luoghi di lavoro, essenziali, sobri ed efficienti.
Alpeggio Tomba di Matolda. Rifugio CasaClima A
Il progetto proposto ha la finalità di preservare lo spirito del luogo. Il rispetto dell’uomo di montagna e della sua visione della vita e del lavoro.
l criteri guida sono pertanto l’efficienza e il risparmio:
-              sistema costruttivo che permetta tempi di cantierizzazione ridotti (essenziali in alta quota)
-              massima protezione dagli agenti atmosferici e riduzione della manutenzione
-              contenimento dei costi di realizzazione
-              contenimento dei costi di gestione
-              sfruttamento dell’esposizione e dell’orientamento per godere al massimo degli apporti solari
Si è scelta quindi questa strada evitando la riproduzione di stereotipi diffusi che identificano nella tipologia svizzera dello chalet o nella baita dell’alta Val di Susa il criterio costruttivo per l’architettura in montagna. ​

PERCHE’ IL COLORE ROSSO?

A livello concettuale il rosso è il colore per eccellenza ed è simbolo di vita e di calore. Nel progetto sono le pareti dei locali destinati a bivacco ad avere questa colorazione, tali volumi appaiono però in modo discreto poiché in parte protetti e rivestiti dalla lamiera e dalle doghe verticali. Si accentua così l’idea del rifugio: luogo protetto e sicuro, avvolto all’interno della struttura che lo protegge.
Il rosso è inoltre il colore dei bivacchi. Sin dagli anni ‘20 si impone nell’arco Alpino l’utilizzo di questo colore per renderli riconoscibili, anche da lontano, agli escursionisti. La loro ampia diffusione si ha a partire dagli anni ’40 con i cosiddetti “Bivacchi Fondazione Berti”, realizzati in lamiera e pre-assemblati a valle. Oggi giorno numerosi progetti di rifugi e bivacchi hanno visto la riproposizione del colore rosso: un omaggio agli escursionisti del passato, i quali affrontavano la montagna “navigando a vista” senza alcuna strumentazione e per i quali trovare quel puntino rosso nella montagna voleva dire individuare una meta, un luogo sicuro e protetto.
Bivacchi, Tomba di Matolda, Condove, Colombardo

CHI PAGA?

Il progetto è stato pensato al fine di poter godere dei fondi messi a disposizioni del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte. In particolare dell’ Operazione 7.6.1 Miglioramento dei fabbricati di alpeggio.
Tale misura premiava, attraverso l’assegnazione di un punteggio, gli interventi di natura ricettiva e con elevate prestazioni energetiche.
Il progetto nell’analisi dello studio di fattibilità ha ottenuto il massimo finanziamento possibile pari a 180.000 Euro.
L’intervento ha un importo lavori di circa 260.000.000 Euro che costituirà la base d’asta. Al netto dell’eventuale ribasso, la quota eccedente il finanziamento dovrà essere integrata dal Comune di Condove. 

QUANDO INIZIERANNO I LAVORI?

I lavori pubblici si compongono di diversi fasi progettuali che precedono la realizzazione dei lavori.
Febbraio 2017
Consegna dello studio di fattibilità. Il progetto presentato in questa fase è uno studio di idee utile a valutarne la fattibilità tecnica ed economica e la rispondenza ai criteri del bando di finanziamento previsto dal Piano di Sviluppo Rurale.
Ottobre 2017
Il progetto viene giudicato idoneo ai requisiti del bando ed ottiene i punti necessari per far parte dei progetti finanziabili. Può iniziare la seconda fase di progettazione.
Marzo 2018
Viene depositato il progetto definitivo. Questo progetto, molto più approfondito, analizza in modo analitico i costi dell’intervento attraverso un computo metrico. Si definiscono i materiali, il sistema costruttivo. Vengono redatti i primi elaborati progettuali contenti calcoli strutturali, calcoli energetici e progettazione impiantistica. Il progetto viene inoltre sottoposto a tutti i pareri autorizzativi preliminari all’esecuzione (parere ASL, parere commissione Paesaggistica…)
Primavera - Estate 2018
Il progetto definitivo, dopo il parere favorevole del Comune (già ottenuto a Marzo 2018), deve ricevere l’ultimo parere della Regione Piemonte al fine dell’ottenimento del finanziamento dei fondi previsti dal Piano di Sviluppo Rurale. (La regione ha 180 giorni di tempo per esprimersi)
Casa in legno prefabbricata
Autunno- Inverno 2018/19
Viene redatto il progetto esecutivo. Il questa fase progettuale si approfondiscono tutti gli aspetti della progettazione e si curano nel dettaglio le prescrizioni tecniche su materiali e modalità di gestione del cantiere. Ha inoltre inizio l’iter CasaClima per certificarne l’alta qualità sotto il profilo di comfort ed efficienza energetica.
Seguiranno la gara di appalto e l’assegnazione dei lavori ad un impresa esecutrice.
Primavera-Estate 2019 
Inizio cantiere. La durata dei  lavori è stata programmata in 180 giorni, in modo da poterla realizzare interamente nell’arco di una stagione estiva. E’ stato possibile ridurre i tempi di cantiere grazie ad un accurata progettazione preliminare e all’utilizzo di sistemi di prefabbricazione.
Le pareti dell’ampliamento verranno realizzate (complete di isolamento, cappotto in sughero ed infissi montati), presso una ditta certificata. Successivamente, con l’uso dell’elicottero si provvederà al loro trasporto ed alla loro posa. La struttura esterna dell’ampliamento (muri e tetto), verrà assemblata in circa una settimana.
Autunno 2019.  Se tutto va liscio…inaugurazione ! ​

RASSEGNA STAMPA

Studio di architettura Torino: Progetto Tomba di Matolda
Architetti Torino: progetto alpeggio
Ahora Architettura - arch. Stefano BRUNO

Piazza Martiri della Libertà 1
Almese TO - 10040 - Italia
09876110017 - BRNSFN78H29A518X
Iscrizione ordine architetti di Torino 7842
Tel : 3343632379
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